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Gay & Bisex

Aspettando te 13


di FRANK_1987
05.03.2021    |    3.669    |    8 6.4
"FINE CAPITOLO 13 I RACCONTI VERRANNO POSTATI OGNI DUE GIORNI FINO A QUANDO NON SI ALLINEERANNO CON LE DOMENICHE COME QUANDO VENIVANO PUBBLICATI PRIMA..."
Sottomissione totale

Questi capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”

CAPITOLO 13

Oggi sono praticamente solo in casa. Mamma e' andata al lavoro, Rafael aveva un appuntamento fuori città con un ricco magnate di non so quale ramo mentre il mio fratellastro Esteban e' a scuola. Dovrei seguire veramente il consiglio di mia madre. Dovrei trovarmi un nuovo lavoro senza aspettare che mi venga restituito quello vecchio che da solo ho rifiutato. Forse non avrei dovuto farlo ma e' stato l'unico modo che ho avuto per non vedere più Mario. Ci sono riuscito anche se ogni tanto lo intravedo tra le vie della mia città perché non e' poi così tanto grande e la gente si conosce tutta. Sdraiato sul letto della mia stanza, guardo fuori dalla finestra. Oggi e' una giornata davvero pessima per quanto riguarda il tempo meteorologico, almeno per chi pensa che l'autunno sia la brutta stagione. Sta piovendo a dirotto e i fulmini che precedono i tuoni illuminano la mia stanza come se splendesse il sole sebbene le nuvole grigie abbiano oscurato la città. Mi infilo una mano nel pantalone per scherzo raggiungendo la cappella del mio cazzo ancora a riposo. Con due dita lo stimolo e lentamente mi si ingrossa nelle mutande. Ho voglia di segarmi e di non usare solo la fantasia per portare a termine la masturbazione ma, prima che scoppiasse il temporale, ho dimenticato di caricare il computer portatile e voglio evitare di collegarlo ora alla presa rischiando di bruciarlo se un fulmine dovesse cadere nelle vicinanze della mia casa. Per questo motivo mi alzo e mi avvicino alla scrivania e prendo un fleshjack dal cassetto. Dopo aver lubrificato il mio cazzo, lo lascio scivolare all'interno del giocattolino sessuale muovendolo su e giù lungo la mia asta. Mi sego divertendomi come non mai ma poi decido di infilare il fleshjack tra il materasso e la rete del mio letto scopandolo senza usare le mani come se stessi scopano una figa o un culo. Ai piedi del mio talamo, le scarpe da tennis che mi sono tolto poco fa dopo averle tenute per tutto il giorno, mi stanno chiamando. Ne prendo una e la annuso. I nostri odori, qualsiasi essi siano, naturalmente non ci danno fastidio e quello delle mie scarpe non mi suscita lo stesso effetto che mi provoca l'odore della scarpa di Rafael o di un altro uomo a mio piacimento. La lascio andare facendola cadere di lato sul tappeto e proseguo a trombare il fleshjack abbastanza lubrificato tanto da far entrare tutto il mio membro al suo interno. Viene risucchiato come se fosse un vero buco di culo visto che quello comprato da me ha le sembianze di un ano maschile nonostante ci siano anche quelli femminili. Mi aggrappo alla coperta del letto immaginandomi di farlo con i vestiti della persona che sto scopando. Spingendo devo allargare le gambe e un leggero indolenzimento mi pervade intorno all'inguine. Sono pronto per sborrare, per praticare un creampie artificiale ma poi un'altra perversione assale la mia mente. Tolgo il cazzo da quel piacevole oggetto e prendo la scarpa masturbandomi usando le mani per poi sborrare dentro la calzatura. Dopo aver munto il mio pene fino all'ultima goccia spermatica, mi infilo i calzini e indosso la scarpa aspettando che tutti tornino dai loro impegni eccitandomi ancora di più da questa perversione che mai avevo provato prima anche se l'avevo vista già fare.
"Pronto?", esclamo quando qualche giorno dopo il mio cellulare squilla
"Ciao, sei Giulio? Io sono Ennio un amico di Edoardo"
"E quindi? Che cosa vuoi?"
"Mi ha detto che vi state vedendo ultimamente, non e' che potresti scopare anche me?"
"Descriviti"
"Sono alto 175cm, ho i capelli castani, gli occhi castani e mi piacerebbe avere il tuo cazzo nel culo. Edoardo mi ha detto che hai una sciabola tra le gambe"
"Che cosa ti piacerebbe fare?"
"Beh, naturalmente scopare e poi mi piace venerare il corpo maschile. Mi piace annusare i suoi odori, soprattutto quello dei piedi. Tu fai queste cose?"
"A volte si"
"Perfetto, quando ci vediamo?"
"Vogliamo fare domani?"
"Per me va bene"
"Allora a domani"
"Ascolta, posso chiederti un piacere? Domani, per tutto il giorno, non lavarti così quando ci incontreremo, sarò io a lavarti con la mia lingua. L'unica cosa che però devi fare e' il bidet, ma solo quello. L'unico cattivo odore che non sopporto e' quello del cazzo sporco"
"Tranquillo. Allora a domani"
Dopo aver riattaccato, Ennio mi manda un messaggio con l'indirizzo di casa sua. Non sono mai stato senza lavarmi neanche un giorno della mia vita da quando sono nato. Da bambino mia madre mi faceva la doccia ogni dì e da quando ho poi cominciato a detergermi da solo, spesso la faccio anche due volte al giorno, dipende se ho scopato o no. Ma questa volta mi e' stato chiesto di fare il contrario, di mantenermi zozzo, o almeno il più possibile per quanto si possa sudare in autunno, per assecondare le fantasie di un ragazzo decisamente più perverso degli altri. Per far annusare tutti i miei odori ad Ennio, il giorno del nostro incontro scendo in giardino a spaccare un po' di legna cercando di imperlare le mie ascelle di goccioline emesse dai pori per far cambiare loro fragranza anche giusto un po'. E poi la legna già pronta da ardere serve perché mamma mi aveva chiesto di spaccarla tempo fa avendola poi a portata di mano quando arriveranno quelle giornate fredde che tanto piacciono a me. Complice anche un leggero abbassamento delle temperatura esterna, faccio finta di avvertire freddo così da stare quasi tutto il giorno con la termocoperta addosso cercando di sudacchiare maggiormente e credo di esserci proprio riuscito.
"Tesoro, perché non vai a farti una doccia?", mi chiede mamma a cena
"Non ne sento la necessità", le rispondo
"Ma se stai quasi tutto il giorno immerso nell'acqua", mi ricorda Rafael "sembra quasi che tu sia un pesce e non un umano"
"Giulio vai a farti una doccia", mi ordina Esteban tappandosi il naso e allontanandosi da me con il solito fare esagerato che hanno i bambini della sua età
"La farò dopo mangiato va bene?"
"Va bene, ma prima andrò a cambiare le lenzuola così non ti verrà in mente di andare a dormire conciato in quel modo appestando tutto il letto", dice mia madre alzandosi da tavola per andare via
Dopo aver cenato esco un po' fuori in giardino. Come se fossi ancora minorenne, prometto a Rachele di andare a fare la doccia subito dopo ma invece scappo. Avevo già preso le chiavi della macchina per non far capire loro che uscivo perché potevano anche capire il vero motivo al mio rifiuto di buttarmi sotto l'acqua, anche se non avrei dovuto vergognarmi io ma qualcun altro, sempre se ci sia qualcosa di cui vergognarsi. Edoardo e' il commesso del negozio di scarpe che mi sono scopato il mese scorso e con il quale continuo a vedermi di tanto in tanto (ASPETTANDO TE 8). Ha raccontato al suo amico Ennio di quanto sia soddisfatto di me e delle mie prestazioni tanto da dargli il mio numero e convincere l'amico a confidarmi i suoi più oscuri segreti e desideri che, secondo me, non ha mai avuto il coraggio di confessare ad Edoardo. Quando busso alla sua porta, il ragazzo mi viene ad aprire indossando una maglietta celeste e un jeans. Non appena entro, il suo naso percorre tutto il mio corpo cercando di cogliere gli odori alterati che emana soffermandosi proprio sotto le ascelle. Prendendolo per il collo lo spingo avvicinandoci ad una poltrona dove mi siedo e gli ordino di iniziare la sua venerazione corporea dai piedi.
"Dai troietta, leccami i piedi", dico ad Ennio invitandolo a inginocchiarsi davanti a me
"Devo toglierti le scarpe?"
"No, leccale"
"Ma sono sporche", mi risponde mentre io gli replico dandogli un sonoro schiaffo e una copiosa sputata in faccia
"Non mi avevi detto che volevi fare tutto?"
"Volevo inebriarmi dei tuoi odori, non leccare scarpe"
"Si inizia dalla scarpa e se fai la brava troietta poi ti faccio annusare tutto il resto", gli dico facendo accendersi nei suoi occhi una scintilla di goduria
"Agli ordini, padrone", e' la sua risposta
Ennio inizia a baciare la mia scarpa da tennis destra e a leccare la tomaia in corrispondenza dei lacci. La mordicchia leggermente per poi toglierla di colpo. L'odore del mio piede liberato dalla calzatura arriva fino alle mie narici facendomi eccitare mentre lui prima annusa la scarpa che ha in mano e poi fa la stessa cosa passandosi il mio arto inferiore lungo il suo viso. La parte del calzino che urta contro la scarpa e' diventata ormai giallognola facendo contrasto con il resto del colore, candido come la neve. Anche i piedi non mi sono lavato da quando ieri sera mi ha chiamato ed abbiamo fissato l'appuntamento per stasera e oggi li ho tenuti prigionieri nelle scarpe per farli sudare quel tanto che avrebbe servito per fare eccitare Ennio. Quando gli metto il piede sulla testa muovendolo su di essa, gli ordino di infilare il suo naso completamente nella scarpa. Prima che possa farlo, però, riesco ancora a vedere il segno della sborrata sparata al suo interno. Avevo intenzione di lavarle ma quando mi ha contattato ho pensato che gli avrebbe fatto piacere sniffare l'odore dei miei piedi misto a quella della mia sborra. Con la lingua la lecca in ogni parte facendo attenzione, ovviamente, a non urtare sulla parte che tocca sempre per terra.
"Toglimi il calzino", intimo ad Ennio che esegue il mio ordino iniziando a succhiarmi le dita dei piedi nude "toglimi anche l'altro e fai la stessa cosa, zoccola", proseguo nei miei ordini mentre lui esegue tutto alla lettera come se fosse un autonoma "ora leccali tutti e due, in ogni parte, con la tua lingua da troia, ok?", grido soffermandomi sull'ultima parola dandogli più enfasi
Ennio avvicina i miei piedi l'uno all'altro e inizia a leccarli. Raggiunge le dita di quello sinistro e se le infila in bocca succhiandole ad una ad una leccando anche lo spazio tra un dito e l'altro. La stessa sorte tocca al piede destro che era già stato oggetto dei suoi desideri poco prima. Mentre io mi tolgo il cazzo dai pantaloni iniziando a segarmi, lui mi solleva le gambe leccandomi anche la pianta dei piedi ed io ne approfitto per sbatterglieli in faccia. La sua furba mano sinistra inizia a risalire la mia gamba fino a raggiungere le palle toccandomele delicatamente e allora lo afferro per i capelli e gli porto la faccia contro il mio inguine facendo sparire il mio attrezzo nella sua bocca. Il ragazzo lo succhia con piacere, dopotutto, questa e' l'unica parte del corpo che mi sono lavato accuratamente proprio come mi aveva consigliato lui e di questo ne e' felice, me lo dimostra il pompino che mi sta facendo. Muovo la testa di Ennio contro il mio bacino per poi abbassarmi i pantaloni aiutato da lui che da un'altra annusata ai miei piedi e poi riprende a succhiarmi la banana mentre io mi tolgo la maglia e le sue mani si insinuano tra i peli del mio petto. Ma e' ancora troppo presto per sborrare o dedicarsi reciprocamente alle nostre parti intime quindi gli ordino di proseguire con la sua venerazione podologica. Quando mi lecca i piedi, sollevo la gamba facendo avvicinare il mio arto quasi al mio cazzo perché voglio che me lo succhi con la fragraza dei miei piedi. Lo so, volevo che si dedicasse ad altro, ma come si fa a rinunciare ad una bocca come quella di Ennio intorno al cazzo? E' una brava troia accondiscendente che e' quasi impossibile non usufruirne.
"Sdraiati", gli dico
"Come?"
"Con la schiena per terra"
"Così?", mi chiede dopo aver avvicinato un tappeto ed essersi sdraiato su di esso ma io non rispondo limitandomi a tappargli la bocca con i piedi
Mentre il ragazzo usa la mano destra per tenersi prima un piede e poi l'altro vicino alla sua bocca leccandoli e la mano sinistra per segarsi, io sollevo le sue gambe portando i suoi arti inferiori sul mio inguine. Struscio il mio cazzo su di essi per poi farmi segare. Visto dall'alto, il mio pene sembra un wurstel tra due pezzi di pane e dalla cappella comincia ad uscire del liquido prespermatico che bagna i piedi di Ennio. Nessuno mai mi aveva fatto una sega con i piedi ed io non l'avevo fatta a nessuno. In questo ultimo periodo sto provando cose nuove, cose che già sapevo ma che non avevo avuto modo di provare, la spagnola tra le tette di Carmen, l'eiaculazione in una scarpa ed ora questo. Ma non voglio ancora venire, voglio scoparlo e quindi mi alzo poggiando il mio piede destro sul petto del ragazzo mentre prendo una mia scarpa e gliel'avvicino in faccia. Lui la afferra annusandola ed io colpisco il suo torace con dei piccoli colpi per poi raggiungere il suo viso e prenderlo a schiaffi con il piede destro. Posso notare che la troia non stacca gli occhi di dosso al mio attrezzo riproduttivo e mentre lo sego, tra le dita un liquido trasparente si appiccica ed io le agito in corrispondenza della sua faccia cercando di colpirlo, di schizzarlo con qualcosa che esce dalla mia uretra ma che non e' ancora sperma. Lascio Ennio giocare con le mie scarpe mentre io mi dedico a dare piacere al suo pene ma non usando le mani. Voglio fare come lui ha fatto prima con me, ricambiando il piacere perché chissà quando mi ricapiterà di fare una sega a qualcuno con i piedi.
"Andiamo"
"Dove mi porti?"
"Dov'e' il bagno?", chiedo ad Ennio
"Da quella parte"
"Voglio scoparti ma non qui", gli dico
Prendo il ragazzo per il collo facendolo quasi genuflettere e lo trascino insieme a me mettendogli la testa sotto la mia ascella sinistra. In questo modo può annusare quale fragranza io abbia esternato in quella parte del mio corpo e che avevo creato apposta per lui andando anche a spaccare la legna ma che lui non ha voluto odorare limitandosi a far entrare nel suo naso solamente quella dei piedi. Se l'avessi saputo, prima di uscire, mi sarei dato una sciacquata sotto le braccia ma, ripensandoci, un po' e' anche colpa mia perché ad Ennio tutto ciò piace visto che ha la lingua di fuori e mi sta leccando l'ascella provocandomi un leggero fastidio. Ci infiliamo nella doccia e riprende in bocca il mio cazzo mentre io lo accarezzo sulla testa e lui mi guarda con i suoi occhioni da cerbiatto avendo le labbra allargate a dismisura per far entrare il mio pene nelle sue fauci. Gioca con i miei coglioni come se fossero delle palline legate ad un filo. Quando ero bambino, perché era ritornato di moda, c'era un gioco con due palline di qualsiasi colore legate ad una corda e dovevi farle sbattere per il maggior tempo possibile senza perdere il ritmo. Perdendo, le palline mi sbattevano sui polsi e questi si coloravano di nero come se fossi stato legato. Che ricordi! Ora e' così che Ennio sta giocando con le mie palle di carne. Successivamente lo faccio alzare e girare iniziando a leccargli il buco del culo. Andando di fretta, mi sono dimenticato di portarmi il preservativo ma lui all'apparenza mi sembra un ragazzo sano, Edoardo ha garantito per me sulla mia salute e allora decido di entrargli dentro anche senza essermi foderato la banana. Fotto Ennio agguantandolo per i fianchi mentre lui con una mano si sega e con l'altra si aggrappa ad una mensola attaccata alle mattonelle della doccia. Allungo la mano raggiungendo il pomello dell'acqua calda ed essa esce dalla cipolla bagnando i nostri corpi. All'inizio e' freddissima, temo che possa farmi perdere l'erezione ma il piacere di sentire quel getto anche se gelido sul mio corpo mi fa dimenticare di tutto e continuo a scopare Ennio. Man mano che l'acqua inizia a diventare calda dandoci anche un po' di ristoro, metto le mie mani sulle sue spalle e spingo con maggiore forza. Lo bacio sul collo accarezzando il suo petto scendendo lungo il suo addome sfiorandogli la mano che continua a masturbargli il cazzo. Gliela scanso continuando personalmente la sega e la sua mano mi finisce sulla chiappa destra dove le sue dita affondano nella mia carne per mantenersi in equilibrio perché le mattonelle si stanno riempiendo di vapore e il fondo della doccia rischia di farci scivolare rompendoci un osso o se non addirittura farci sbattere la testa e lasciarci le penne. Smetto di scopare Ennio e prendo i miei boxer in modo da poterci poggiare i piedi dandoci la possibilità di continuare a scopare sotto l'acqua anche perché, dopo aver passato più di 24ore senza lavarmi e ora che posso farlo senza consumare nulla a casa mia, non sono di certo cretino da non beneficiarne.
"Sai far godere il tuo master anche con il culo, non solo con la bocca", mi congratulo
"Grazie padrone e' il più bel complimento mai ricevuto"
"Ora te lo riempio questo culo"
"Se non ti dispiace, la tua sborra vorrei assaggiarla magari da sopra i tuoi piedi. Vieni su di loro e poi te li lecco", mi risponde con audacia
Lascio andare il pene del ragazzo per concentrarmi sul suo culo. Ora che ho la certezza di non cadere tanto facilmente, gli do delle spinte più potenti ma rischio di fargli sbattere la testa e quindi devo rallentare. Come fanno nei film porno a scopare nelle docce? O ne usano una finta o sono tutti dei supereroi con il potere di rimanere attaccati alle pareti solide anche se bagnate senza scivolare. Mentre penso tutto ciò, scopo il culo ad Ennio che, riappropiatosi del suo pene, si masturba sborrando. La maggior parte del suo seme finisce nell'acqua disperdendosi nel tubo di scarico come se non avesse nessun valore, come se fosse stato creato per finire direttamente nelle fogne senza dargli la possibilità di spargerlo sul corpo di qualcuno o anche per mettere incinta una donna. Mi tolgo dal culo di Ennio e lo faccio poggiare con la testa per terra in modo che il suo didietro si sporga verso di me e il suo ano si apre ancora di più. Gli entro iniziando a scoparlo piegandomi leggermente in avanti. In questa posizione non avevo mai scopato nessuno tantomeno in una doccia e mi ricorda di più la posizione che assumo, o faccio assumere agli altri, per ricevere una bella pioggia dorata che una scopata.
"Ti piace il mio cazzo?", domando al ragazzo spingendo mentre la sua testa fa avanti e indietro sul pavimento della doccia
"Si, mi piace, mi piace", esclama lui
"E ti e' piaciuto annusare ogni mio odore?"
"Mi hai fatto impazzire. Peccato che l'acqua li abbia puliti via"
"Possiamo sempre rivederci", gli rispondo mentre smetto di scoparlo osservando dall'alto il suo buco del culo praticamente tappato dal mio cazzone e gli accarezzo dolcemente le chiappe bagnate
"Si voglio rifarlo"
"La prossima volta ti piscio addosso"
"Mmh, si, si", grida lui mentre si smanetta il cazzo cercando di fargli raggiungere un'altra erezione ma invano
"Ora ti do la mia sborra, la vuoi?"
"Si, padrone, sborrati suoi piedi così io posso leccarteli", mi ordina quasi come se i ruoli si fossero improvvisamente invertiti
Proseguo a infilare il cazzo nel suo culo facendo uscire la cappella per poi farla entrare nuovamente ma poi mi sfilo e mi siedo su un piccolo scalino all'interno della doccia. Ennio chiude l'acqua per evitare che disperda ogni cosa com'e' successo a lui e poi si siede accanto a me. Mi masturba furiosamente il cazzo per poi unire i piedi e scaricare lì sopra ogni traccia spermatica all'interno delle mie palle. Ennio si accovaccia davanti a me e pulisce i miei arti inferiori con la lingua. Anche se ormai l'acqua ha spazzato via l'odore di sudore, per un feticista come lui leccare i piedi di un'altra persona e' sempre una piacevola trasgressione che porta avanti anche quando di sperma non ce n'e' rimasta neanche una goccia sulle mie falangi continuando a leccarle e a succhiarle come faceva prima, nel suo salotto. Dopo essermi asciugato e rivestito, torno a casa. Anche se fino ad ora sono stato sotto l'acqua, apro quella della mia doccia insaponandomi come se non aspettassi altro per togliere via i residui lasciati sulla mia pelle dalle ghiandole sudoripare e anche quelli di Ennio. In questo modo rischio di diventare una prugna secca come dice il mio nipotino più piccolo quando tiene le sue dita troppo tempo in ammollo eppure non c'e' niente di più tonificante dell'acqua.

FINE CAPITOLO 13

I RACCONTI VERRANNO POSTATI OGNI DUE GIORNI FINO A QUANDO NON SI ALLINEERANNO CON LE DOMENICHE COME QUANDO VENIVANO PUBBLICATI PRIMA DELL'INTERRUZIONE

TO BE CONTINUED

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

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